SAHEL OPERA - MALI
L'Opera del Sahel "Sahel Opera" viene definita la prima nel suo genere. Nel 2006 ho raccontato l'inizio di questo progetto, recandomi nel Mali, nella cittadina di Segou, sotto un cerchio di alberi di Acacia Albida di fronte al fiume Niger.
L'aristocratico di origine tedesca, il Principe Claus dei Paesi Bassi, voleva creare un'opera africana scritta ed eseguita da artisti provenienti da tutto il Sahel, una regione povera in termini economici ma ricca di canzoni, danze, musica e teatro, gli ingredienti fondamentali per creare un'opera.
Anche se è morto nel 2002, prima che l'opera vedesse la luce, il fondo che ha istituito per aiutare gli artisti nei paesi in via di sviluppo ha assicurato la realizzazione del suo sogno, sponsorizzata da un principe olandese, l'opera è composta da alcuni dei più importanti musicisti dell'Africa occidentale e interpretato da artisti di alcune delle nazioni più povere del mondo.
Segou, è un comune urbano del Mali, capoluogo del circondario e della regione omonimi, a 235 km a nordest di Bamako sul fiume Niger, la città fu fondata dal popolo dei Bozo, su un sito a circa 10 km dalla città attuale. Segou, capitale, nel passato, dell'Impero Bambar, è il capoluogo della quarta regione amministrativa del Mali. È conosciuta anche come la città dei "Balanzan", dal nome del locale albero di Acacia albida.
Ségou ha affrontato numerose conquiste e cambiamenti di governo per secoli, pur godendo di una pregevole tradizione musicale, la mancanza di mezzi e le ristrettezze hanno privato il continente africano di un teatro d’opera autonomo, lasciando che altri compositori provenienti dai Paesi occidentali un tempo colonizzatori, ne raccontassero dalla propria prospettiva tradizioni e problematiche.
"Qui a Segou, la terra è rossa, polverosa e non vedo l'ora d'incontrare gli artisti e raccontare l'inizio di questo grande progetto che inizia proprio sotto questi grandi alberi che ci faranno ombra durante le prove giornaliere per lunghi giorni.
Corpi alti, scuri e lucidi come la notte, denti bianchi come piccole stelle che illuminano bellissimi sorrisi, agili e leggeri, avvolti da drappi tuniche e turbanti dai colori più vivaci, gli strumenti musicali sono fatti da zucche essiccate e svuotate, tutto materiale riciclato con corde di nailon.
Un raduno dei migliori musicisti, coristi e attori tradizionali, ci sono due cacciatori di tigri, un anziano e un giovanissimo, sono riconosciuti come sciamani dal villaggio, ma anche grandi musicisti. Qui l'aria umida di luglio è pesante, ma nonostante tutto sotto questo grande albero si sta bene, il Mali in questo periodo non ci mostra mai un tramonto o un'alba, c'è una luce forte ma spesso il cielo è grigio e l'acqua del fiume Niger è calmo, rispecchia ogni cosa, le barche rudimentali vanno a vela, guidate da giovanissimi pescatori, che trasportano piccoli pesci e merci da villaggio a villaggio, da famiglia a famiglia.
Le prove di scena iniziano ma prima di essere eseguite sotto questo albero maestoso, ci vengono mostrate bellissimi disegni a matita su cartoncini bianco, disegni che inseguito saranno proiettati durante l'opera nei più grandi teatri del mondo.
Sciamani, musicisti, cacciatori di tigri, cantanti, attori, registi, produttori, scenografi e artisti vari provenienti da altri paesi del mondo, pur mantenendo origini africane ma da generazioni lontani dall'Africa, sono tutti qui sotto l'albero, ospiti del governo del Mali per produrre un'opera, che finalmente unisce artisti e strumenti musicali tradizionali, mescolando canti in lingua Wolof del (Senegal), la Bambara del (Mali), Malinké della (Guinea) e creola dalla Guinea-Bissau. In seguito l'Opera è considerata dalla stampa del mondo, la prima opera nel suo genere. Composta da Zé Manel Fortes, della Guinea-Bissau, in collaborazione dal Ciadiano Koulsy Lamko e dal senegalese Wasis Diop _I costumi sono della senegalese Oumou Sy
Si arriva così a questo progetto di emancipazione culturale promosso dal Prince Claus Fund, associazione no profit gestita e finanziata dai reali d’Olanda, nel 2007 una giuria cui prende parte Robert Wilson individua come vincitrice proprio lui, Bintou Wéré, opera multietnica scritta in quattro lingue da autori del luogo e destinata a una rapida tournée transcontinentale di successi, dal Mali al Théâtre du Châtelet di Parigi, al Teatro Massimo di Palermo, diventando la prima opera africana mai eseguita in un teatro lirico italiano con grandissimo successo.
© Shobha
Produttore: Jean Pierre Leurs
Direttore Musicale: Massambon Wele Diallo
Protagonista: Djènèba Konè
Attore: Sharakunay Shakè
Sciamani, musicisti e cacciatori di tigri: Dramane Ziè Konatè e Abdoulayè Diarra.
Musicisti e cantanti: Mamadou Kouyatè, Kassè Mady Dyabaté, Bassekoù Kouyatè, Moriba Diabaté, Mory Djeli Kouiaté, Kèmoko Condè (cantante non vedente), Omar Bassum (cantante), coro cristiano della cattedrale di Bamako.
Strumenti musicali africani: Soku, Kora, Donso Koni, Bolon.
Cuoco del villaggio: Mangala Camara.